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Il premio Nobel dei numismatici “Con le monete sfioro la storia”

Carlo Crippa: «Vorrei che i milanesi leggessero questi libri: insegnano qualcosa sulla città». Il figlio Paolo: «In classe ero l’unico che non faceva l’album dei calciatori»

di Stefano Landi

 
Carlo Crippa, 86 anni (Fotogramma)Carlo Crippa, 86 anni (Fotogramma)

Tutto iniziò stringendo fra le mani un sesterzio di Nerone. Aveva 20 anni Carlo Crippa quando con l’immaginazione di un ragazzo scatenò la fantasia che lo ha spinto a studiare monete antiche per più di 60 anni. A New Orleans, dalle mani dell’Associazione mondiale dei numismatici ha appena ricevuto il «Book Prize» per la miglior pubblicazione dell’anno. Suona come un premio alla carriera. Un’opera omnia che vale come regalo a Milano. «La nostra Zecca è stata tra le più prestigiose d’Europa, l’unica a batter monete ininterrottamente dal Medioevo a fine ‘800» spiega. «Le monete di Milano» (che completa una collana di altri tre volumi) è un lavoro unico nel panorama editoriale della numismatica. Un puzzle di indizi, ricostruzioni, studi di grafia. Una caccia al tesoro che è diventata guida pratica, non un arido elenco. Per ogni moneta il suo collegamento storico, spesso per immagini. L’indice di rarità per aiutare il collezionista. 

Carlo Crippa 86 anni portati in un impeccabile completo blu. Lo sfondo dello studio sono teche cariche di libri. Quello del suo iPhone una moneta di Siracusa del 350 avanti Cristo. Il flusso di parole inarrestabile. Fluido come l’orgoglio di chi ancora ragazzo ha scelto una professione e l’ha mantenuta viva tutta la vita senza mai pentirsene. «Stringere una moneta significa sfiorare la storia». Per spiegare come un ragazzo di quell’età si possa innamorare di un mondo così antico servono i ricordi delle sue origini bergamasche. «Ho sempre avuto una certa creatività: a 13 anni suonavo il violino. A scuola disegnavo le facciate delle case di Bergamo alta». Nel 1962 fonda la Crippa Numismatica nel cuore di Milano, prima in piazza Belgioioso, poi dietro la basilica di San Simpliciano. Come un direttore d’orchestra, Crippa dirige due dei figli che l’hanno seguito in questa avventura. Non per atto di fede (giurano). Una passione guadagnata per osmosi. Silvana, 55 anni, è coautrice del volume sulle monete di Milano. «Dopo il liceo Classico, gli studi in Storia dell’arte. Ho sempre amato la ricerca. Ho affiancato papà dopo la laurea: la mia tesi fu sulla Zecca di Milano sotto gli Sforza» ricorda. Paolo, 49 anni, ha scattato le foto. Si occupa del lato commerciale, organizza le aste quando i clienti decidono di vendere dei pezzi. «Siamo stati i primi tra le ditte di numismatica a entrare in Rete nel ‘98» racconta. Ricorda come fosse ieri i giorni in cui ancora bambino collezionava gli scarti di foto di monete di papà. «Questo è un lavoro che non puoi farti piacere. È passione vera. In classe ero l’unico che non faceva l’album delle figurine dei calciatori».  

Per lavorare a queste pubblicazioni la famiglia Crippa ha dovuto viaggiare per l’Europa. Perdersi, per ritrovarsi negli archivi di musei, di invalicabili collezioni private. Vienna, Parigi: giornate intere armati di pazienza per le attese dovute alla burocrazia. Così sono diventati un riferimento per gli appassionati del genere che hanno diviso la storia della numismatica in A.c e D.c: avanti Crippa e dopo Crippa. Un mondo quello dei collezionisti di monete indelebile alla crisi. Economica e intellettuale. Sono cultori d’arte, della storia. Anche molto giovani. C’è chi è appassionato di un periodo storico, chi semplicemente vuole fare un investimento destinato a non scadere mai. «Vorrei che il nostro lavoro appassionasse la gente comune, non solo gli addetti ai lavori. Spero lo leggano i milanesi, per scoprire qualcosa della loro città». Crippa accarezza le pagine con la cura di chi ha investito i migliori anni della sua vita lavorativa. Conosce ogni didascalia a memoria. Una sola cosa lo infastidisce. Parlare di francobolli. «Molti associano lo spessore delle collezioni. Ma i francobolli hanno un centinaio d’anni di storia. Le monete sono nate nel VII secolo. C’è chi pensa siano quelle avanzate nei cassetti della nonna». E lo dice senza un minimo di arroganza. Ma gonfiando il petto. È solo passione di chi ha speso 35 anni per raccontare attraverso le monete 1100 anni di storia. E quando nei forum online, la gente gli chiedeva con ansia notizie dell’uscita, ha avuto la pazienza di aspettare che l’opera fosse veramente completa. Definitiva.

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